Occhi lucidi

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Gisèle ha diciassette anni, è una ragazza particolarmente disagiata cresciuta fra atroci sofferenze. Ragazza ineducata, schiva, taciturna ma irrealmente bella. Proprio la sua bellezza la espone spesso a gelosie da parte di alcune coetanee e a tentativi di abuso da uomini spietati. Si contrappongono continuamente le sue lacune di conoscenza su alcune tematiche e la sua precoce maturità, portando a suo favore situazioni di apparente svantaggio. Non teme nulla, nemmeno la morte. Trasuda voglia di libertà assoluta, tanto ribelle da obbedire solo alla sua madre adottiva, Josephine, alla quale sente di volere un bene sincero. Gisèle ci dimostra come un sentimento positivo sia sempre curativo. Sa come aprire il suo cuore, sebbene in rare occasioni, e portare a casa l'affetto di chi si sforza di comprenderla. Le delusioni e le ferite spesso ci portano a sentirci un po' come Gisèle. Laddove non sentiamo il bisogno di condividere, di spiegare e giustificarci, desideriamo soltanto correre a piedi nudi sull'erba fresca. Per comprendere meglio questo episodio sarebbe necessario partire dal primo, in cui si narrano le vicende di un'adolescente che ha perso da poco il padre in circostanze misteriose...